Siamo riusciti a recuperare un vecchio articolo davvero speciale.

Con piacere lo ri-condividiamo con voi.

“Nel nuovo jazz club pistoiese, l’Orange, esordio per il quartetto di Antonino Siringo, pianista di formazione classica ormai virato – con grande passione – al jazz, nonché vincitore lo scorso anno del premio Luca Flores dedicato ai giovani pianisti. Quartetto atipico, con un percussionista senegalese ad arricchire di ritmi e colori il classico piano trio.

Il concerto s’è articolato su due lunghe suite tripartite, ed è stato completato da due brani di Monk, uno come intervallo, l’altro come bis. Monk è apparso in filigrana lungo tutto il concerto, attraverso lo stile pianistico di Siringo, l’interazione del gruppo, le atmosfere volutamente discontinue.

La prima suite, di rara bellezza e intensità, s’intitolava “The Wondrous World of Tala” ed era dedicata in dettaglio a un amico africano del pianista, ma in generale all’Africa tutta. Condotta attraverso brevi riff ossessivi e ipnotici, quasi ancestrali canti rituali, intonati ora dal piano, ora dal contrabbasso dell’ottimo Filippo Pedol, sui quali si impennavano improvvisazioni ritmiche sospinte dalla batteria di Andrea Melani e concitati assolo di gruppo. Decisiva la presenza, sensibile e creativa, di Papi Thiam alle percussioni, in un ruolo quasi di voce anche quando offriva assolo ritmici e – con l’enfasi ai tamburi e i delicati interventi alle conchiglie – contrappeso al pianismo nervoso del leader, ricco di riferimenti a Cecil Taylor.

La seconda suite, sempre complessa e ricca di sorprese, era invece all’insegna dell’ironia: definita “Suite sessuale,” giocava sui titoli e temi di alcuni classici – come “Lennie’s Pennies,” trasformatosi in “Lennie’s Penis” – riletti in modo tumultuoso, libero e trasfigurante, per onorare la tradizione tradendola, come dovrebbe fare (ma non sempre fa) il jazz.

Come bis, richiesto a gran voce, la monkiana “Bemsha Swing” nel corso della quale i quattro hanno offerto – a turno o dialogicamente – ogni genere di stilema, in un geniale caleidoscopio espressivo che deve aver fatto sorridere il buon Thelonious…

Gran gruppo, paritetico nella creazione e autore di una musica non pacificata, come se ne sente purtroppo sempre più raramente. La buona notizia è che sta entrando in sala di registrazione e che, pertanto, queste gemme saranno presto a disposizione di tutti.”

Autore: Mary Pollastri

Fonte: “ALL ABOUT JAZZ” web magazine

 

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